Quante sere a ridere delle battute di Dante,
a guardare Rocco aprire il giorno
imbrattato di farina e Charlie nei suoi denti gialli
a rovistare storie dalla “Merica”

delle imprese di Gregorio due minuti di mondo
in cima ai vent’anni
e tante sera a forma di diecimila lire,
gli appostamenti al monumento
e le ragazze troppo lontane per dire ci vediamo

non mancavano i sorrisi tra le pozzanghere,
con un brano dei Police
nella Fiat 128 di Gianni
bastavano per chiudere la notte,
poi all’alba chissà :

quanti sogni in quell’auto
con le curve che diventavano cancelli
e il serbatoio sempre pronto per una nuova canzone.

Ancora adesso mi sorprendo a recitare
di quei giorni e vedo i volti farmi compagnia
come fosse ieri

ancora adesso un solco di breccia
investe la mia strada spalancando immagini
e a fotografare i miei rimpianti basta una lacrima

dicono che il tempo sia un signore
in cerca di minuti da contrattare
io vedo solo un vecchio autostoppista
che cerca di tornare a casa

 

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