ah, se di fronte al cielo
riuscissi a sapere dell’aria
e non soltanto di strade!

del sole ho l’imperfezione dei canneti
l’ostinato calore delle forme
addosso alle pietre
una qualche impresa di semaforo

e non mi sono dimora
le direzioni, redatte in vie di terza mano
sfuggono, tra i salti dell’erba
accennate e distanti

a volte mi sento un temporale distratto
affacciato ai lampi,
alle tessiture inconsuete dei fulmini
come fossi suono e non tuono

come fossi acqua e con le catene
del tempo dalla voce rauca
in pomeriggi d’intese rarefatte
che mi cercano tra pause e sembianze

-ma poi un’altra sigaretta
si spegne alla finestra
e bussando con mani cadute
cede all’inchiostro la verità del momento-

 

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