trovo nei motivi di questo tempo
un freddo che sa di sponde
e mi chiedo cosa sarebbe
se dell’eternità
a svelarsi fosse solo un’ipotesi

così cerco la vita
in un bianco assolo d’inchiostro,
con quell’apprendistato di solchi
che non ha confine

ma le parole si rivelano crepe
sembianze e distanze
in un volo disordinato
che riduce le finestre ai gabbiani

dove qualunque impronta
ha solo fretta di vivere
e nell’incapace atto dell’alba
appronta conseguenze

allora il graffio dei muri
tesse incrinature e passi
mentre rade le mete cadono
non avendo capacità d’altezza

-a ogni ego l’eco è senza bagliore,
realtà dolceamara in morte di un attimo-

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