a te che hai lasciato un segno di carta
e qualche rossetto in bella vista
vorrei offrire un altro biglietto per il mondo,
magari solo l’effetto del vento
o forse un abbraccio verde di giardino
che si muove distratto
di penombra in penombra
parlando dei tuoi anni
stretto a quegli occhi
mi perdo in manciate di passi
e rimando al senso della sera
il tuo volto di luna
perché eri collina e maestrale
finalmente cerchio alle mie linee solitarie :
un sospiro d’inchiostro
per quest’assolata poesia
a dire di parole cedo al mio cuore,
stringendo d’assenza
note di fisarmonica
Mi ricorda il fraseggio di Montale la delicatezza delle parole.
sheraconuninchino
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e io ricambio l’inchino :). Ciao
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una delle tue più belle liriche, davvero bravo!! Complimenti vivissimi!
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Grazie Max
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Che bella – parola abusata ma qui ci sta benissimo – poesia. Musicale, allegra ma tanto incisiva. Un volo, un immagine, una voglia, un desiderio ma alla fine un inno alla gioia col cuore che si culla con le note di fisarmonica.
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Ti ringrazio per la tua condivisione. Ciao
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Ciao
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parole d’armonia ariosa e struggente…e quella fisarmonica finale! a me, il suono della fisarmonica ha sempre suscitato qualcosa che credo si possa definire “saudade”
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è vero Marina sposo in pieno la tua definizione di saudade, adoro la fisarmonica e il suo suono così malinconico ma penetrante alla stesso tempo. Grazie
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grazie Brigida, ci sta a meraviglia questo brano! 🙂
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