Stella ha i polsi di bottiglia
i capelli al sole e vene da riempire
del tempo ha perso ogni traccia,
ogni lampada destinata al cammino

accetta da sempre tragitti non suoi
e considera la vita un sintomo,
una manovra da marciapiede

il suo è un mondo d’accendino
una mossa che assolve la forma
in periferie dal lamento sparso

Stella è un sogno distratto,
l’altra storia di una donna
in debito di presenza

il piano inclinato dei colori
che abbina pelle e aghi
a un orizzonte di seta rossa

Stella è quel nero senso di chimica
fatto di corsie in contumacia,
una voce dal tatuaggio scavato

/fuori sguardi e strade
assumono l’indifferenza della direzione/