c’è stato un Dio
che offrì al cielo la tentazione della sera
iniziò con aperture e dettagli
argilla e parole
poi scelse le mani per distribuire
volti e strade

ma latitante fu il mondo
e apparente il suo sentiero
allora discese in luoghi e tempi
come tra piccole dimore

e quando di fronte all’altezza
sentì il peso delle orme
confine divenne il pianto

decise allora il verso col suo ritmo
facendone particelle
e concomitanze, fianchi
a volte immensità

provò col senso della pioggia
distraendo le gocce alla terra
per farne seme

ma furono troppe le incongruenze di vento
e le altezze di cemento e ancora limitazioni
tanto da provarne consuetudine

quindi si fermò tra i resti
e scartando le ossa dai proiettili
infilò la strada per non tornare più

/di questi universi scoscesi
rimasero i colori con un gesto di finestra
e l’assenza di un’apertura

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