le destinazioni
hanno il peso delle valigie
ma dipendono ancora dai bigliettai
il microfono invece non sa decidersi
tra arrivi e partenze

appena fuori le macchine
giocano a nascondino coi vigili
usando tutta la destrezza della fuga

solo la caduta dell’acqua
raccoglie parole per farne saluti,
il cielo pare rassegnato alle facce
stanche e in disuso

eppure la pioggia
ha la bellezza delle lacrime
quando in verticale assume
la sensazione del tocco

mentre il vento mi pare sicuro,
competente e a tratti nervoso
nel fare il verso ai tabelloni

/ci sono viaggi
a cui mancano gli arrivi
se insegnano ai binari la solitudine

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