Ekaterina è un confronto di solitudine
da tempo ingolfato dal fiato,
un breve movimento di donna
che di tristezza in tristezza vende occhi verdi

un’ombra di pioggia
con due guance appena tinte,
una sensazione di gelo a misura d’uomo

Ekaterina ha il freddo del valico
il volto distante,
il corpo regolato alle indicazioni da bar :

tappi di bottiglia,
un divano misto mani
e la convinzione della scala

dei vent’anni una sigaretta di labbra
le gambe esili
qualche sorriso da dimenticare

/a est vive un volo di bimba,
arriva nelle ammissioni di bora
e si disfa del pianto in un si di betulle/