le vie erano mancate
a furia di battere pioggia
anche le scelte non vennero
di mattina

venne il buio dei cappotti
e non ci fu voce per limitare
le prigioni

chiedemmo perdono
come alberi in panchina,
un gesto di mani per sorridere

poi la strada tenne i solchi
dentro gli occhi
e per un po’ i passi furono semplici

così ritornammo a distanza
dividendo favori di plastica
per camminare sui cartelloni

/l’immagine cambiò direzione
e la prova qualche impronta

***qualche giorno fa ero in stazione ad aspettare mia figlia di ritorno dall’Expo. Pioveva. Vidi una donna con uno zaino enorme sulla schiena, cappotto, infradito e cagnolino al seguito. Mi colpì il suo passo pesante, la guardai camminare, sembrava trascinare il suo corpo verso una meta nota solo a lei. L’amico che era con me disse di conoscerla, l’aveva vista alcune volte vagare nel suo quartiere. Era una senzatetto, viveva intorno ad un albero con due poster per letto e un cassonetto come orizzonte.
Guardando lo zaino mi convinsi che giustificava quell’andatura : in fondo sulle spalle portava tutta la sua vita.

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