quando in distanze di volti
mancarono gli anni dei vecchi
furono lacrime i contorni dei marciapiedi
e i passi durarono alle ombre
come assenze di foglie
al vento degli altri
nemmeno una voce
ma panchine per seguire silenzi
eppure sarebbe bastato il sorriso
per dettare una stagione
invece il volo riempì di pioggia
le traiettorie
poi in abitudine al tempo
gli uccelli si fermarono a nutrire sogni
22 ottobre 2015
***da un giro al parco : la vita delle panchine in solitudine e quella di un vecchio signore che parlava di colombi e molliche di pane. Tutt’intorno il mondo di sempre, di corsa e senza occhi. Una ragazza e il cellulare da amare, due carrozzine che inseguivano il loro tempo, la fermata dell’autobus carica di storie, un gruppo di ragazzi in tenuta da calcio. Ma addosso a tutti l’indifferenza degli altri, soprattutto per le parole e gli occhi del vecchio.
Spleen allo stato puro
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già, quando la malinconia degli occhi si tramuta in parole e inchiostro. Grazie
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bello questo incontro di vita, mi hai fatto ricordare poche righe che ho scritto un giorno, dopo aver fatto un giro a porto garibaldi, magari le pubb su barche con le foto scattate quel giorno, sarà una dedica per te e per condividere queste tue belle righe, ciao:) e grazie
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grazie, anche per la dedica! Ciao
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bellissima l’idea di inserire la scena che ti ha ispirato le sempre coinvolgenti parole che compongono le tue poesie
grazie mille per queste occhiate sensibili sul mondo
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grazie a te, di cuore 🙂
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