fuggono le mani nelle ore tentate
ai mozziconi di un bar
mani rimaste indietro, perdute
al fumo di serate alcoliche,
alle scadenze di periferia
fuggono le parole sfoderate
agglomerando voci
dove l’ignoto era traccia da fiuto
parole vendute alla notte
per un passaggio di ponti
infilando giornali e stelle
ora coperte d’asfalto
si mescolano alla bava dei cancelli :
solo un’ombra di carta
ferma le soste di metrò clochard
/come telo di farsa
il tempo rimane tra le mani,
nelle particelle di liquido perso
alle panchine
Ai tanti che hanno perso la luce tra i fogli di carta delle metropolitane, a quelli che si confondono tra binari e sottopassi o su panchine d’elemosina allestite a solitudine e piscio.
Molto indovinati e originali due passaggi: ignota traccia di fiuto ( io direi anche di fiato ) e le ore tentate ai mozziconi delle sigarette
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grazie Italo : l’ignoto è una traccia che si percepisce solo col fiuto o con la puzza della condizione e quei mozziconi sono i rimasugli di quella vita purtroppo ai margini.
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Quel mondo di disperati dei clochard che per scelta o imposizione vivono sotto le stelle.
Belle immagini e parole che centrano il problema.
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una condizione che si fa ancora più dura per l’egoismo e l’assoluta indifferenza che li circonda.
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hai ragione . Ciao
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un popolo sempre più vasto di disperati che davvero non hanno nulla, e che passano inosservati gli occhi del mondo. Ottima riflessione poetica su questa triste realtà dei nostri giorni.
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una realtà che ha l’indifferenza della strada!
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