quanta sabbia e occhi scorgo immensi
e colori far finta ai gabbiani
come fossero fremiti
mi sollevano dai dubbi del mare
in quell’attico di nuvole
che svolge sentieri e appariscenze di luna
istanti d’acqua in avvenenza di voce
tra momenti di scogli
e il protrarsi della marea
mentre ad est si commuove il sole
sdraiato ai contorni d’estate
in quei sapori di sale che rimangono
poi le note diffondono
particelle d’orizzonte
e la voce canta i secondi
del mondo
graffiando teli di sambuco
allora rimango nella sera e mi consolo di quiete
Notevole è l’intensità delle parole che paiono perforare lo schermo.
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grazie 🙂
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😀
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sempre pregevole il tuo modo di tessere versi, profondo e colto allo stesso tempo.
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grazie 🙂
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