vola la mia anima, sola,
ostenta d’alba un’altra verità,
come in nostalgia

ferita dal sole a mezzogiorno,
di luce che scende al pomeriggio
e di gocce imbevute di cuoio

in questo argine
che non ha ambito, ala,
ma vola, verso rotte senza nome
in cerchio ai giorni,
mentre intorno grida la strada

e respira come fosse destino il mare
rarefatta al moto,
ai margini di scogli doloranti,
alla deriva per un altrove
sfuggente, in scie di matite
ferme tra le mani

al di là di questo mondo
senza sosta né costa
nei telai da rassettare,
nei mulini da mettere in fuga

-in questo dipinto di sale
solo graffi d’io al limite-