per le strade è poca cosa
la forma dei marciapiedi
soltanto lo spazio dei passi
ne misura la sofferenza

ed è proprio in quei passi
che il tempo appare stanco
e l’ombra fissa il peso del viaggio

del resto le traiettorie si annullano
quando lenta è la condizione
delle strisce

così a digradare addosso ai vecchi
sono le fermate
e l’arroganza dell’età tra i cappotti

le vetrine invece insistono sui volti
con un po’ di freddo
e le poche luminosità di febbraio

tanto dei limiti degli occhi
non sarà facile cambiarne il percorso
sapendo che sarà incerto

 

***la poesia è nata osservando una coppia di anziani che arrancava sui marciapiedi, con l’andatura malferma e mesta : l’uomo davanti di pochi metri e la donna quasi a soffrire di quella distanza. Si fermarono a guardare una vetrina che proponeva abiti e meraviglie di un altro tempo. Io ero li vicino a chiacchierare con un amico quando vidi le lacrime della donna. L’uomo le chiese il motivo e lei candidamente rispose che avrebbe desiderato fortemente indossare ancora una volta quegli “anni”. Il marito quasi a consolarla disse che non aveva bisogno di vestire ancora quel tempo, lei sarebbe stata sempre la bella e giovane meta alla quale lui ancora ambiva e in ogni caso non avrebbero avuto i soldi per “comprare” quella giovinezza ormai stanca e perduta per sempre. Se ne andarono mano nella mano con gli occhi della donna ancora fermi su quegli abiti. Solo allora notai il loro abbigliamento, trasandato e misero ma portato con dignità e vita. Pensai che il trascorrere del tempo è alquanto amaro se associato alle modeste possibilità da pensionato.