I lampioni che ne sanno
di giornate rare o campi in erba,
hanno un abbigliamento sparso
e qualche ombra addormentata.
Al tabacchino di via Diaz
le panchine sapevano di piazza.
Bastava un giro di gente e le voci senz’aria
diventavano spesso abitudini.
La strada amava la carezza della pioggia
e noi quella degli uccelli.
Anche se umida di passi e sogni bagnati
l’acqua scendeva senza grossi ostacoli.
A volte capitavano lacrime sulle guance rosse.
Le ragazze, belle nei giochi di rossetto appena maturo,
riuscivano a dotarsi di sorrisi e sguardo.
Disposte ad ogni meta, in partenza
e dai capelli senza paura di vento.
Invece le vecchie donne,
con andature da pianoforte e uno scialle
per coprire l’inverno,
rischiavano qualunque arrivo.
Dal campanile un richiamo a onde corte
raccontava alcune voci
e dell’ultimo successo di Bob.
Non bella, semplicemente meravigliosa. Sai sempre esplorare il tuo vissuto creando immagini così evocative che coinvolgono molto chi legge. Bravissimo caro Sarino. Isabella
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tu mi vizi Isabella, i tuoi commenti sono uno stimolo a continuare. Ciao 🙂
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Lo faccio apposta mio caro Sarino
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🙂 una buona serata
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Anche a te
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Bellissima.
Dolc.
Emozionante.
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grazie carissima e ben ritrovata 🙂
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bella, bella! molto evocativa
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grazie Marina, evocativa è l’empatia che i versi provocano. Un caro saluto
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tempi che ritornano alla memoria, percorsi da ricordare con nostalgia e amore.
Buon Ferragosto!
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ricordi che sono vivi dentro e a volte non è facile tenerseli per se, bisogna condividerli
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un bello scorcio di un tempo che fu. nessuna malinconia, nessuna nostalgia ma semplicemnete un bel ricordo.
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grazie 🙂
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