Intorno alle mani usate
due note a caduta mi sono compagnia
mentre i pensieri
si perdono al rumore d’estate.

I tasti abituati alla sera amano qualche parola,
sembrano una voce lontana.
Come il silenzio.

E anche se il miracolo della pioggia
prova due lacrime, tento le poche luci del cielo
con un gioco di finestre affollate.
In uno sguardo rapido di gatto,
a memoria.

Poi a lenta misura di stelle
scelgo i lampioni.
E sfido la velocità delle ombre
imitando i passi di ieri.

-Se non fossi già perduto di foto
sarei vinto dalla nostalgia.