Verrà la notte e sarà lenta
scrivendo dei silenzi, delle cecità attorno,
quello che non si può dire
rimane fissato al mondo.

Sulla strada capitare
sarà come l’asfalto addosso al mondo,
al richiamo ordinato degli autobus
ogni diversità prenderà il proprio posto.

E quando un giorno si saprà
chi in quelle sere di chiara follia
fosse il genio delle parole
avremo giusto il tempo della memoria.

Non ci sarà scienza a trattenere universi
o fantasie d’immagini lucenti,
solo per cassetti spogli verrà la notte
e sarà clandestina e fedele.

Allora il vento chiederà agli alberi
lo spazio di qualche panchina
e agli uccelli, come agli anni,
sarà data in concessione la stessa aria.

E vivranno di sciocche domande
fino a quando la durata proverà un altro debutto di forma.