Ho scelto il vento
per rubare immagini alle vetrine,
oltre l’usura degli autobus
un ultimo viaggio di grandezza.

Per chiusure e lampioni
la ruvida grazia della vita,
quando distrae
e si abbandona ad ogni inchiostro.

Ora che il cielo è una pioggia strana
i passi capitano rari
e una piccola, goffa, discesa d’estasi
esiste senza strada.

Dentro un singolo ricordo di vastità
e in nessun luogo,
dentro gli occhi per muovere cammino,
in odore alla notte e per lune di rado avvistate.

Al silenzio confesso la mia voce,
al mare l’affanno delle onde.
E senza esperienza di pronuncia
questa stanca poesia.