Ti lascerei il mio tempo
e tutta l’impaziente eredità della pioggia
se questa ingenua mancanza
non temesse meraviglia.

E anche la voce del vento,
così simile all’aria incontrata
per non essere foglia vinta,
se le ore del lampione fossero tempo
e la sera una dolce consegna.

Ti lascerei tutto il mio tempo
in abitudine al viale per avere passi
da scegliere e le silenziose stelle
che si amano anche senza luna.

Ma su questa tastiera lascio al cielo
ogni correzione d’inchiostro,
incerto se andare o fermarmi
tra queste mani di semplice vastità.

Sapessi della vita
o della rara gentilezza del momento.