Oggi voglio parlare di un cinema lontano dai riflettori, lontanissimo dalle solite bobine trite e ritrite delle produzioni americane. Agli antipodi da quel genere di film che hanno ridotto, appiattendolo e sconvolgendolo a tratti, il senso di vera pellicola carica di significati e di emozioni che riescono a sconvolgerti. Un cinema di qualità, profondamente di qualità, dove si percepiscono magia visiva e trance mediatica che sono state spesso e volentieri barattate in cambio di effetti speciali, inutili patinature e troppe rivisitazioni, quasi sempre delle farse non altezza degli originali.

Oggi voglio parlare di un cinema che ha ancora qualcosa da dire, che conosce esattamente la “misura” di un’inquadratura, di un’immagine degna di poesia, della ricerca d’interiorità che sa essere radice, appartenenza, comunicazione.

Ho conosciuto Mahsun Kırmızıgül regista, attore, sceneggiatore turco per caso e me ne sono innamorato immediatamente. Un cinema, il suo, che cerca di scrivere la propria storia attraverso il riappropriarsi di quelle priorità quali le tradizioni, la famiglia, il bene assoluto dell’amore che fanno di noi ancora umanità. Un cinema che pur non rifiutando collaborazioni internazionali non scade, a mio avviso, nelle solite rappresentazioni  rutilanti da blockbuster.

Ho visto soltanto due suoi film e devo dire che altre poche volte sono rimasto incollato alla sedia non solo con gli occhi ma con il cuore e la mente, rapito ad ogni scena, da ogni particolare. Temi importanti, magari già trattati in altre situazioni e da diversa angolazione, ma sono stati lo stile, la struggente capacità espositiva, la naturale e conseguente immedesimazione che mi hanno colpito e atterrato.  Per non parlare della scenografia, sviluppata in posti meravigliosi e abbacinanti o delle colonne sonore assolutamente magnifiche.

Due film che si possono vedere in abbonamento su Netflix, in turco e con i sottotitoli in italiano.


I Saw the Sun ( turco : Güneşi Gördüm ) film drammatico del 2009 che racconta le vicende di una famiglia kurda che è costretta ad abbandonare il proprio villaggio nel sud-est della Turchia per recarsi a Istanbul sperando di trovare un po’ di pace di dignità. Ma anche qui la vita non è per niente facile, tanto che una di essa decide di emigrare in Norvegia. Mahsun Kırmızıgül ha dichiarato che la sceneggiatura è stata ispirata dalla storia di un uomo che ha incontrato durante le riprese del suo film d’esordio, la cui famiglia di 21 membri ha dovuto abbandonare il villaggio. “Sono stato sopraffatto da quello che mi ha detto. Essendo io stesso originario di quella regione, ho pensato di raccontare la storia nel modo che merita. Coloro che guarderanno il film vedranno che nulla può essere risolto attraverso l’odio. Il mio obiettivo è fermare lo spargimento di sangue promuovendo la comunione turco-curda. Questo film approfondirà maggiormente i concetti di fratellanza e unità. Dobbiamo amarci senza pregiudizi perché nulla può essere risolto con l’odio.”


The Miracle ( turco : Mucize ) film drammatico del 2015. Ambientato negli anni ’60, narra di un insegnante che viene trasferito dalla città in un remoto villaggio di montagna in Turchia contro il desideri della sua famiglia. Dopo aver fatto un lungo viaggio in autobus fino all’ultima stazione, deve fare una lunga camminata su due montagne per raggiungere la sua destinazione per scoprire che il villaggio non è solo povero ma che non ha nemmeno la scuola! Le scene del film sono mozzafiato. Proprio come il villaggio dei sogni. Inizialmente sembra che il film sia centrato sull’insegnante della scuola, Mahir. Non ci vuole molto tempo per capire che il film è centrato sul villaggio e i suoi abitanti,  la loro cultura e tradizioni, la loro umiltà, i loro problemi. Il film è un bellissimo caleidoscopio sulla vita della comunità e degli individui che la compongono. Poesia pura.


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