Le insegne si scambiano spesso
il mestiere, dalle parti del vento
pochi sono i battiti da dare.

Laura con gli occhi blu spegne candeline,
un po’ di smalto per colorare le finestre
e quella canzone in fondo, dietro agli anni
che suona lenta.

Al bancone poche mani si stringono
e un sorriso cade a goccia.
L’aria presa in tempo
come quella volta che il whisky era di marca.

Sui vetri la pioggia suona un swing
di vecchia memoria, interno Chicago,
per ricordare due paillettes e le gonne
a tacchi alti.

Laura ordina un altro bicchiere
non basta per tornare giovane,
un rossetto di placca
sui denti, le gambe non molto attente.

Poi un pianerottolo preso a nolo
e il solito volto dai metri scarsi.
Ancora una sigaretta
prima del telegiornale di mezzanotte.

Il Tavor per spegnere la luce
e sui fiori una sensazione che non c’è.