non è detto che poi vivere
sia un vestito a modo
spesso è una misura distrattamente presa,
la fuga indistinta di un’altra cosa
dove nessuna pazienza
sorride durante le gambe

resta la voce disturbata degli annunci
insieme ai cartelloni in déshabillé
e a lato una strada
che si arrampica devota

resta il mal di mare
appena dopo essere usciti
con la pungente invadenza degli autobus
il sogno di un gabbiano misto ai tetti

e poi il cielo,
un riassunto di scena e senza sedie
che lentamente stacca biglietti

/più in là un bambino sceglie di cadere,
forse per credere