urla fin dove vive il cielo
l’insistente delusione di un volo
dove l’acqua
è un messale senza preghiera
urla per chi ancora
si presta a qualunque rosa,
dove a parte i ceri dati a memoria
nessuna fiamma
ha conoscenza di piacere
dove due o tre bambini cercano il sale
in quel poco avanzato fuori dalla resa,
arrivando di corsa
con le ginocchia dedicate al mare
e mentre sulla porta il gioco marginale
di un vecchio
arranca a sera i giorni avuti a mestiere
urla per questa strada muta,
vuota dentro come qualcosa
che assomiglia al pianto
e al credo stanco della voce
/delle notti addolcite di miele
solo le vibrazioni diverse di un albero,
che resta perduto ancora
Profondissima, ti colpisce subito, fin dalla prima parola “urla fin dove vive il cielo”
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…a parte i ceri dati a memoria
nessuna fiamma
ha conoscenza di piacere…
mi ha colpito questa metafora, perché il piacere è un qualcosa di nascosto, conosciuto solo da pochi.
Ciao
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piace molto anche a me 😉 ! Ciao e grazie della continua presenza
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è una bella e felice immagine. Ciao
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grazie ancora
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la realtà vista attraverso gli occhi di un poeta sa assumere nuovi significati, spesso più profondi della stessa verità.
Sempre bravissimo, la tua originalità espressiva è unica! 😉
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troppo buono Max, ti ringrazio! Ciao
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Parole che arrivano dirette quasi un pugno. Grumo di sentimenti. Non saprei.
Sherabientot grazie
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proprio così! Ciao e grazie
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🌷
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Potente, quasi come l’urlo dal fragere delle onde: onde di vita che sembrano andare per non più tornare. Sì, c’è un profondo ed irresistibile senso di perdita in questo urlare per versi…
Molto sentita e bella
ciao
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grazie carissimo, come al solito ottima analisi! Ciao
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Ciao
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