tra qualche pioggia e prima ancora
di ogni nuvola intatta
sarò un verso ancora dentro
e mi sentirò ancora vento
dentro un rifugio di finestre belle
con gli occhi che non sanno nulla della vita
e pochi colori a misura di cielo
annoverato apposta

rimarrò in fila per non essere dimenticato
per un po’ di cronaca e qualche resto,
appena una direzione a caso
tra il sole di un frammento rivelato
e mosso a superficie

simile all’angelo in veste di sarto
per essere parte scelta
e in compagnia di qualche strada
come un volto d’acqua lasciato a casa

ma in fondo basterebbe dire c’ero stato,
alternando alla voce il respiro
vissuto a tratti sulla porta
e passando al rumore la gente
col tempo in tasca fissando l’aria al fiato