con le file che si aggiustano strane
quel moto di polvere appena nato
si avvicina ai nomi riempiti in turno

proprio quando gli occhi
si rincorrono sui vetri e sulle finestre la bora
urla tutto il suo dolore

mentre i passi lasciano il posto alle sedie
e il segnale d’uscita si avvia
continuando le porte lasciate in pegno

fuori il parcheggio
si paga col tempo esatto di cinque euro,
la fermata invece accetta solo urgenze

solo la data rinviata di un peso
conosce l’agitazione delle chiavi
e il passato dei chilometri

intanto la prima pioggia
sceglie la seconda uscita a destra
e intorno al cancello alcuni camici
spengono l’ultima sigaretta