questa voce non è diversa
da un’altra sera di porto in rada
abbinata al lungomare
sa di resa anche all’onda
a mischiare sobborghi e citazioni
strisce e strisce di passi
e le case d’amara nascita uguali
che a guardarle sbucano passate
un lamento di treni in salita agli alberi
per vanità continua in curva
fino in cielo dove non esistono morti
con la voglia di restare
e per quell’aridità di un disegno
che insiste per risorgere
nel poco vento ancora al mondo
per migliaia di auto in sola preghiera
cammineremo di volti andati in fumo
per quel tram in direzione cieca
e lungo il lampione di un’ultima sigaretta
commossa in altezza
a nessuna forma di luce
riesce il buio quando si riempie di passi,
stasera il mare è il dubbio di un faro
al silenzio delle strade
“Le case di amara nascita” dicono molto di un passato umile ma non per questo dimenticato, anzi.
Questa lirica lascia addosso un brivido e di nostalgica malinconia, di quella che però non crea dolore né disagio ma tenerezza.
Bravo, come al solito.
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grazie amica carissima, le tue visite sono sempre piene!
Ciao
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bela, come tutte quelle che leggo di te. Un mix di nostalgia e ricordi
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grazie Gianpaolo, insieme a Max ormai sei un punto fermo. Ed è bello sapere che in qualche modo le mie piccole cose sono, almeno per voi, grandi cose. Grazie ancora
Ciao
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se non ci piacessero non si commenta. Ciao
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versi che pulsano d’umanità, nel rapido sfumare di una vita fatta di contrasti.
Sempre originalissime le tue liriche.
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grazie Max, le tue visite sempre puntuali e sempre ricche di trasporto mi fanno bene.
Ciao
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