E resto solo,
in mezzo a qualche slancio
e un sospiro leggero,
con tutta l’aria che mi chiude in paura,
nella notte di ogni mossa avvizzita
e per la voglia che sale
anche gettando ai remi il mare,
ancora nel silenzio che non parla
e si muove lento
come il vento che non tracima,
senza più gentilezza, né eternità da seguire,
frenando ogni forma in piano,
ogni gesto che ritorna lontano.
Con l’aridità che mi arde in gola
e scolora quiete e richiami,
per la dote che niente riposa
nemmeno il nettare che si posa,
con le vele che spiegano al porto
l’acqua di un sogno strano.
Come la luna in dolore
per l’inutile vanto della sera,
di un pianto in vena senza espressione,
per la passione perduta delle rose
e di passi a passare nel tempo solo.

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