A vent’anni c’erano ancora gli occhi,
i roy roger’s portati al vento,
poca competenza e quella pulsione
che si chiudeva al paese
come la zip sulle tasche dietro.
Spesso vuoti a rendere,
due mattoni in curva
e le ragazze intrecci di pensieri,
con le chiamate a gettone
che duravano giusto il tempo
di guadagnarsi qualche ora.
Di cantare strade tutti in gola
per gli alberi in guardia
e alcune serate a candela,
per un po’ di spazio in cielo
come il pallone in pieno recupero
in fondo alla rete.
Cambiando le fatiche sulle magliette
avanzando stretti,
dentro un angolo spiegato in viso
con la bianca età a chiamare chiesa
una sedia in tondo e vangelo.
A volte indosso ancora quel mare
e le ali in onda, come un gabbiano
senza più altro cielo,
che mi continua in quello che vivo.
Ma tra le soglie diventate scogli
è come restare senza ieri.