A vent’anni c’erano ancora gli occhi,
i roy roger’s portati al vento,
poca competenza e quella pulsione
che si chiudeva al paese
come la zip sulle tasche dietro.
Spesso vuoti a rendere,
due mattoni in curva
e le ragazze intrecci di pensieri,
con le chiamate a gettone
che duravano giusto il tempo
di guadagnarsi qualche ora.
Di cantare strade tutti in gola
per gli alberi in guardia
e alcune serate a candela,
per un po’ di spazio in cielo
come il pallone in pieno recupero
in fondo alla rete.
Cambiando le fatiche sulle magliette
avanzando stretti,
dentro un angolo spiegato in viso
con la bianca età a chiamare chiesa
una sedia in tondo e vangelo.
A volte indosso ancora quel mare
e le ali in onda, come un gabbiano
senza più altro cielo,
che mi continua in quello che vivo.
Ma tra le soglie diventate scogli
è come restare senza ieri.
A vent’anni

Sempre intense le tue poetiche
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Grazie
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la nostalgia dei vent’anni… il tempo passa e lascia solo i ricordi.
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grazie
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ciao
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come passa il tempo, sembra ancora di vivere quei tempi in cui per telefonare si cercava una cabina telefonica. La nostra gioventù ha avuto davvero tanti momenti belli, tante condivisioni reali che al giorno d’oggi mancano. Quando non c’erano i social ci si vedeva per strada e si comunicava davvero.
Molto bella questa tua poesia che descrive questi attimi di storia.
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grazie
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💙
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grazie
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