è credere ancora al sole
resistere ai lampioni
come le scale a badare
per essere fermi senza stare,
qui, in questo rintocchi di rara voce,
agli occhi di un infinito amore
come la roca visione di un uomo
durando al tempo le ore
di un vivere vero almeno una volta,
intorno agli autobus ancora da tradire
e per i vetri di questo cielo scuro
che grida il vuoto di nessuno che passa,
con la città che si piega
sulle piazze dimenticate e storte
a nascere in vie senza motivo,
come la strada iniziata a memoria
o per le stelle oblique in mancanza di passi,
per i volti di questo vecchio mare
in fretta ad ogni porto
e con la luce a frammenti
per riempire di sale anche il fondo,
a credere che anche una finestra sola
venga in volo un’apertura
tra le ossa sparse della luna
e le ali di un mondo senza più cura,
perchè non c’è grazia in fiore
quando d’acqua muore
come il vento che si addolora
per gli alberi di un colore solo