La scrittura non è magia ma, evidentemente, può diventare la porta d’ingresso per quel mondo che sta nascosto dentro di noi. La parola scritta ha la forza di accendere la fantasia e illuminare l’interiorità. (Aharon Appelfeld)
Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile. (Fabrizio De André)
Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile. Niente è più facile dello scrivere difficile. (Karl Popper)
Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate. (Claudio Magris)
Oggi ho iniziato a leggere il libro “Non rivedrò più il mondo” (Solferino), un libro che ha la semplicità incompresa della mente e la grazia meravigliosa della voce, un libro “lieve” e piacevolmente struggente se non fosse che si tratta di memorie scritte dal carcere da Ahmet Altan, scrittore e giornalista turco. Un autore che ho scoperto per caso ma che ha già occupato un posto fisso nella mia libreria personale, quella più intima e per alcuni versi quella più “alta”.
Questo è un estratto del libro per rappresentare la forza e la luminosità del pensiero di Altan nonché la forza prorompente della parola.
“Un oggetto in movimento non si trova né dove è, né dove non è”, sostiene Zenone nel suo famoso paradosso. Fin da ragazzo ho pensato che questo paradosso si addica più alla letteratura o agli scrittori che alla fisica.
Scrivo queste parole da una cella in carcere.
Sono uno scrittore.
Non mi trovo né dove sono, né dove non sono.
Dovunque mi rinchiudiate, io viaggerò per il mondo sulle ali infinite della mia mente.
Inoltre ho amici in tutto il mondo che mi aiutano a viaggiare: la maggior parte non li ho mai incontrati.
Ogni occhio che legge quello che ho scritto, ogni voce che ripete il mio nome, mi tiene la mano come una piccola nuvola e mi fa volare sulle pianure, le sorgenti, le foreste, i mari, le città e le loro strade.
Viaggio per tutto il mondo da una cella in carcere.
Come potete ben capire, io possiedo un’arroganza divina; non lo si ammette spesso, ma è propria degli scrittori ed è passata di generazione in generazione da migliaia di anni. Io possiedo una sicurezza che cresce come una perla fra le robuste valve della letteratura. Io possiedo una immunità garantita dall’armatura di acciaio dei miei libri.
Scrivo queste parole da una cella in carcere.
Ma non sono in carcere.
Sono uno scrittore.
Non mi trovo né dove sono, né dove non sono.
Potete mettermi in carcere, ma non potete tenermi in carcere.
Io faccio una magia. Passo attraverso i muri.
Finora non mi sono mai svegliato in carcere, neanche una volta.
Da parte mia aggiungo soltanto una breve postilla, scrivere è una faccenda complicata, una scommessa infinita tra imbroglioni impenitenti e non c’è metodo che si possa insegnare né imparare, la scrittura accade, come la magia di un luogo buio che diventa insensatamente bagliore o il canto sommesso di un pensiero rintanato tra parole innocenti.
Scrivere è superare la linea senza l’onere del gesto, l’affanno che si dirada all’improvviso, un oceano di acuti arricciamenti difficilmente accessibili, la nostalgia di un pianto incompreso. Scrivere è il desiderio fatto sofferenza e meraviglia, la cornice indefinita di un’ombra sulla strada, un respiro che si ferma in gola giusto il tempo di cadere in volo.
Scrivere è l’immotivata malinconia di giustificare la vita, la grata arrugginita da cui si guarda il mondo, il carcere di un luogo altrimenti sfuggente, l’alito di un dio che vive in silenzio, il copione illibato di qualche ribellione che s’impara a caso.
Cercherò Ahmet Altan.
Io conosco i miei limiti nell esprimermi nella scrittura ma meglio così quando altri, e tu stesso, hanno questo dono di cui sono beneficiaria con somma gioia.
Shera🤗
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gentilissima :), grazie di cuore
cercalo perchè è uno scrittore che merita veramente di essere letto, rispetto a tanti altri pubblicizzati e strombazzati è anche un fine letterato
ciao
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Grazie! Buon fine settimana 🙋🏼♀️
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Anche a te
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E tu scrivi proprio bene
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grazie, troppo buona 🙂
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😊
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carissimo, inestimabile poeta, se me lo permetti desidero leggere questo tuo meraviglioso post ai miei artisti della classe.
Sto realizzando “il viaggio della scrittura”, momenti di pura bellezza e di scoperta che vivo con loro sul mondo magico delle parole.
Un grazie infinito per la bellezza che ci doni!
Adriana
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Certo che puoi! Ti ringrazio per le sempre splendide parole che mi regali
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Un post così pensato e scritto è pari almeno a quattordici vite.
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grazie, sei sempre troppo buono
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Semplicemente un post magnifico.
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🙂
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Ho letto e riletto, come mi succede, preso, con le tue poesie. Tra i tanti aspetti che hai proposto mi piace pensare che la scrittura accada e concederle di accadere è complicato e seducente perché scivola sediziosa oltre il limite delle difese preconcette nel dirsi . O almeno così la sento. Grazie . Ciao.
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caro Cipriano la senti bene,
la scrittura quando accade è qualcosa che va oltre perchè inaspettata
grazie della lettura e della condivisione
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una lettura che arricchisce l’anima e la mente, buon wek end..
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grazie Max
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