la ragazza col cane
indugia in dedica alle fermate
con le auto in partenza
e le strisce appena infastidite
a scendere in sosta
intorno numeri e piccole deviazioni
simili a lampioni indifferenti
come le sirene distrattamente sparse
sempre in rumore
al nerofumo dei marciapiedi
anche la signora del primo piano
guarda le stelle
ma non c’è molto da prendere
due o tre pause da rimettere in sesto
e il solito parcheggio in divieto
due ragazzi ad effetto
che per copiarsi si alternano unici
a correre come il tempo
con la luna di conseguenza
e il giorno sulla finestra
amandosi indietro e il mondo dentro
più o meno alle sette
a pioggia e con le guance rosse
per chiedere strada
come mete a cadere in fretta
Uno spaccato di una strada cittadina, la folla, il traffico e tutto quello che si prova (che ho provato nel leggerla) nel camminare, nell’andare a zonzo. Ero alla fermata dell’autobus, guardavo la signora che parlava dalla finestra, odoravo i veleni del tubo di scappamento nella tua poesia come se fossi stato sempre lì, sommando ogni volta i gesti gli sguardi, tutte le volte che sono stato lì, che ho visto i ragazzi sul motorino, il loro bacio, ogni volta che ho visto il tramonto dietro il vapore della città da adesso ad anni indietro fino alla mia infanzia e oltre, a ritroso, in ogni tempo. Come in un flusso di coscienza. Bellissima lirica, complimenti, bellissima.
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è stato un attimo, un fotogramma che mi si è parato di fronte dettandomi i versi, versi che ho memorizzato immediatamente.
Porto sempre con me un piccolo quaderno su cui scrivere i lampi, le parole che mi arrivano, le sottili impressioni che mi camminano a fianco.
Grazie di cuore per questa tua bellissima condivisione
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Certo, sono lampi improvvisi. Capita anche a me. Ci sono momenti, situazioni… sì, ci vuole senz’altro un quaderno. Quando andavo in ufficio in autobus, viaggiavo con un grande quaderno, proprio come te. Adesso lavoro in un ufficio più vicino e arrivo in pochi minuti. Rimpiango quel quaderno. Grazie a te.
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pur avendo la tecnologia rimpiazzato tante cose non rinuncio facilmente a quel piccolo quaderno, potrei registrarmi con lo smartphone o prendere appunti sul tablet, ma non sarebbe la stessa cosa, già scrivo sul computer e tanto mi basta
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Sì, la penso come te. Ho usato il quaderno per alcuni anni e ancora lo custodisco con gioia. vorrei riprendere a usarlo, ma il tragitto è breve. Prima invece osservavo le persone sull’autobus (quasi un’ora di percorso) e lungo la strada. Quanta energia, quanta umanità meravigliosa con i suoi difetti ma con la sua spontaneità. E scrivevo impressioni, idee, poesie. Fai benissimo a non riununciare.
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è come leggere, non riesco proprio a farlo senza un libro e sentire l’odore delle pagine, “toccare” le parole con le mani, gli ebook o i kindle per dire non fanno per me 😉
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Senz’altro. Preferisco infatti leggere libri. Non solo li leggo, ma li tocco e mi piace sentirne l’odore di “nuovo” oppure assorbirne il sapore dei tempi antichi.
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la vita che scorre, le piccole emozioni che viviamo è tutto un mix che le tue parole hanno assemblato magnificamente.
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grazie Gianpaolo
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ciao
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spaccati di vita raccolti nel cammino dei giorni, in quei chiaroscuri di emozioni raccolte alle fermate di una poesia…
Sempre bravissimo!
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grazie Max
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non è affatto male, oramai la tua qualità è alta: ti consiglio però di riflettere sulla strofa finale che a parer mio appesantisce l’intero testo
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grazie Flavio, proverò a rivederla
ciao
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ciao
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