al dolore venimmo in tanti
come l’acqua a non capire nemmeno il cielo
come quando a cadere fu l’amore
di veloce rosso sangue e per un accenno
come ad affogare alle onde ogni brivido solo
di quando fu radice in sole
la luce degli occhi dentro un unico colore

e spesso tacendo
restando agli alberi in fila al tempo
come la strada di un santo qualunque
a ricordare ieri quando si amava in piedi
eppure proseguendo cercando
istanti in numero di stelle
per ogni singola e sconfinata essenza
da cui arrivammo e fummo vento

quel vento al ritorno
attraversando e inseguendo anni
come vastità e smisurate bestemmie
per essere quel che alla fine siamo inutilmente
frammenti in tempesta
a ridosso di un cuore affascinante
e di mille rimpianti piantati in profondo

proprio come ali insufficienti
troppo gracili per spingersi fino a Dio
ma in fondo spingendo e correndo
e ad ogni respiro vincendo
tanto da sconfiggere ogni collina in fiato