e mi vesto dentro ogni ora
per restare in un bicchiere riflesso
con l’assenza comprata a rate
che m’inganna il petto
tra due marciapiedi avuti in dote
e un albero addosso
vivendo alle dieci di ogni ora
per prendere un numero al volo
quando ancora c’era il sole
con un caffè senza nome
e un pennarello in rima
come direbbe Salvatore
ma in fondo basterebbe una curva
oppure un giorno borghese
con la barba disegnata
e un biglietto timbrato sul volto
insieme alle persone
che segnano il posto
sulle le sedie posteggiate al bar
in attesa di una rossa tacchi dodici
vicino ai passi che restano dentro
a scorrere lento
come l’eternità di una rosa
e allora si, magari piovesse ancora
Molto bella
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grazie 🙂
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Trovo questa poesia, tra le tue, ” la più cinematografica.”
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magari potremmo farci un film 🙂
grazie carissima, spero che tutto proceda bene
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Diciamo che si va avanti cercando di non pensare troppo, ma non è facile.
Un salutone.
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vita da bar di paese in attesa che la vamp passi.
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già, quella vamp che a tratti ti lambisce ma che alla fine non si ferma mai per un drink
ciao
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è vero. Ciao
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ricordi che pulsano di vita, fra rintocchi emotivi fermi alle stazioni delle ore…
Sempre incantevole il tuo stile.
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grazie Max, sempre troppo buono 🙂
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