fu correre la ragione di ogni posto
con la vita a testa bassa
e la debolezza scolpita di una coincidenza,
un mondo sconosciuto e felice
dove bastava perdonarsi a vicenda
fuggendo per non arrivare mai,
dove per ogni luna caduta
la precisa velocità di un fiato
dimenticava anche il tempo,
i resti ai titoli di un film
e si sfiorava anche il mondo,
di un paesaggio ad innamorarci piano
strane competizioni all’orizzonte
come il cielo senza forme,
magari stringendo di ogni grano anche la sabbia
e per ogni innocente solitudine
il vento alle onde selvatiche
al bacio di ogni marea
per la breve gonna appena scoperta
umida di primavera e di gambe leggere
come il miele di qualsiasi imprevisto
e di quel sole a gesti
amando di ogni ora la prima volta,
tacendo il buio alle ombre volute
e un lampione alla poca luce
eppure fu schianto sussurrando piano,
una piccola transumanza di occhi splendenti
per quel paradiso lasciato in presenza
ogni volta mi lascio pervadere dalla bellezza delle parole, la tua arte è qualcosa di sopraffino, complimenti come sempre! Ben ritrovato.. 😉
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grazie Max
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uh! che bella poesia. Delicata e malinconica colpisce l’immaginazione
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grazie Gianpaolo
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ciao
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