e fu vento la voce, simile al deserto
e alla fine discontinua del mare
venne come la pioggia cattiva di un dolore
a rompere il tempo di mille guance,
tra innocenti scie affioranti
e piccoli vetri in difficoltà
con le mani diverse
e l’alba di misere stelle
e lontananze a mostrarsi foglie
poi altre cortesie a ricominciare
con vie ordinarie e arrivi dentro un posto,
pose svogliate
di una docile amarezza indulgente
tra gli addii perdonati
e luci scarsamente concesse,
come avanzi di chiodi
di pelle afflitta e di baci meravigliosi
e film senza canzoni
e di qualche passo improvviso e lento
un’ombra che non finiva mai
e di graffi sul seno
l’odore di un sole che mi salvava adagio,
e quel verde sogno
-quasi un gorgo in fondo al bicchiere-
stringendo occhi a ricordare,
schegge di me e di un pieno al sale
ricordi sempre ricordi che si intrecciano in un gioco di parole cole le sensazioni che si provano.
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grazie Gianpaolo
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ciao
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fra sensazioni e ricordi il tuo poetare trasporta il lettore nel piacere della lettura, è sempre un incanto leggerti…
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grazie Max, il mio poetare ormai è per pochi affezionati 😉
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