chiamalo vento il sorriso
senza il sale di luoghi perduti,
riempilo d’abissi, di mancanze straordinarie,
di soglie silenziose
e rendilo raro anche senza luce
come un graffio al petto,
come le albe fluorescenti
di vibrazione piana e senza resto
e tra le sconfitte notturne chiamala realtà
questa frastornata meraviglia
affacciata sui muri colorati
come il fumo che si lascia cadere,
chiamala a messa per un canto fuori strada
per gli alberi affusolati e le mance negate,
per le ragazze distanti un passo stanco
e le distanze fallite di mille piedi nudi
chiamalo dio il mare in risacca
e sogno l’inutile inizio del giorno
quel chiarore che annulla e ferisce
dove ogni direzione è acqua che passa,
di quell’infelicità calma
che in ogni onda resiste ignota,
chiamalo fulmine d’aria sola
il vecchio posto di un porto bianco
Questa splendida
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Grazie, ciao
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nulla capita a caso.
complimenti..
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Grazie e benvenuta,
a volte è proprio un caso capitare, difficile è restare
Ciao e buona giornata
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tre parole: sorriso, vento e mare che si fondono tra i ricordi sperduti della mente.
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come l’estate!
Grazie Gianpaolo
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ciao
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senza il sale di luoghi perduti,
Verso struggente e evocativo.
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Grazie, effettivamente non è male 🙂
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sensazioni plasmate dall’arte della tua poesia, un altro lavoro di grande livello! Bravissimo!
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Grazie Max
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Ecco, quando mi capita di leggere di queste poesie, mi dico che al mondo c’è ancora qualcosa di bello…
Ciao
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Ciao e ben trovato, dopo molto tempo ci si rivede, grazie
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