mi lasciasti il tempo di alcune sponde
per fluire gentile e calmo,
insieme al fiato e al silenzio,
solo, nel clamore di ogni senso
che ora mi assale
e di stanca abitudine mi vince
fu una notte di frammenti e sequenze,
un vento imperfetto
di perdono e dannazione,
in quel mare intenso e diverso
che ancora piange in segreto
l’attimo fermo di un campo
e ora che l’alba è un sole soltanto
anche il respiro è un inchino,
pioggia che m’investe
e non conosce più mani,
di squarci e radici
e fiori in attesa di un sorriso
Una commozione leggere questi versi davvero intimi, splendidi nel loro evocare il tempo del distacco definitivo. Complimenti caro Sarino. Riesci sempre a coinvolgermi in profondità. Baci. Isabella
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grazie carissima, un abbraccio
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Sai che ti voglio bene. Ciao
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sempre intense ed emotivamente coinvolgenti le tue liriche, bravissimo!
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grazie Max
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