erano strade di rigore
tutte quelle perse a calcetto
gli alberi segnavano punti
proprio dove iniziavano i sogni
e le gonne in fuga
usavano il vento per restare in cerchio

eravamo piccole storie senza sosta
per l’alba di un bacio
e per quelle semplici magliette
perse senza fretta,
figli di vicoli vinti a scommesse
e di quel mare lontano dalla gente

così le mattine e i passaggi in curva,
solo il tempo di un attimo ancora
era quello giusto di mille occhi correndo,
somigliavamo alle campane
prima che fosse messa
con troppe domande portate sul petto

-l’aria è rimasta uguale,
un mattone al sole e l’odore di un posto
come le voci lasciate interrotte

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