la pioggia inizierà
proprio dove la strada sarà stanca
e quando sarà il peccato di un fiato
a salvare le parole sottovoce
verrà il tempo cancellato dei volti
e il fiume dorato della morte
e non saremo certo noi a chiamarlo dio,
oltre queste mani ossidate dalla sete
verranno figli intrecciati
e alberi sotto i quali sarà stato bello incontrarsi,
e altre nuvole e forme erranti e diverse
a parlarci degli occhi fissi sui passi,
e delle sottili velleità di un vento
sospirato e qualunque,
verranno le radici tremanti
di ogni ora rimasta sola
a chiederci del sorriso sulle case sfumato
e del campo umido e distante
come stelle di molte volte
per le finestre che s’affrettano
ai resti d’un mondo in vendita
per le trame dolcissime di qualcosa che soffre
e ancora di quell’ultimo salto
inizio in posa di foglie nascoste,
pietre che amammo appoggiati alla sera
e per quel mare caduto sulle spalle