ci accorgemmo
del sole quando venne primavera
per le vie afferrate in parte
e avanzammo dentro un fragore lento
e per un po’ abbastanza densi

avvisaglie in pena
e figli discontinui e sfuggenti
restammo d’eternità immobili al tempo
luci appena smosse
scavati dentro un pianto

e ci scoprimmo frutti mai colti
come un amore profondo,
anni gelosi di un deserto a singhiozzi
tra fianchi inesplorati
e nel clamore del vento

fummo le righe marcate allo specchio
e preghiere ad ogni novena di santi
in trattative ai treni e biglietti di nessuno
mille ripetizioni di un mondo in movimento
eppure mai passando