alla fine del solito viaggio
ci sono posti senza destinazione,
a parte gli autobus in fila
nemmeno le fermate hanno un nome,
due ragazzi si amano

il giorno ha lasciato un po’ di tracce
ma lottano per un po’ di buio,
tutte quelle vele in fondo
sembrano una deriva metropolitana,
sul volto il mare sa di non restare

una donna urla il suo silenzio
il dolore che sceglie per sedersi
forse sarà abbastanza,
i vetri sono un disperato luogo d’insurrezione,
accettano anche gli occhi

le strade esistono senza meta,
in fuga dal tempo