proprio come la pioggia
ruberei la vita di ogni storia,
il lento chiaroscuro di un’ombra
intravista in un pomeriggio di finestre
dove ogni volto è qualcosa
che ti prende il rumore
e ogni favola si concede
un’abitudine scoscesa,
cambiando gli occhi
attratto da quel vecchio mare
e i colori del cielo capovolto
e poi correndo come il vento
appena dopo una luna vinta al temporale
nel modo strano dei fiori
distrattamente elegante
insieme al tempo che si sceglie
arrivando lento, per un attimo
che diventa contrario
e stranamente corregge la fortuna

andrei per stelle sempre più nuove
imprevedibile e fatale
come una strada mai scritta,
tremante per la notte che splende
e per l’acqua sull’urto di un marciapiede

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