sarebbe domani quel luogo infinito,
rifugio e vastità
ogni piccolo difetto
come accadimento e passo di foce
l’aggiunta di un’attesa,
eco stravagante l’accento dei fiori
fianco d’aria al vento
per stare dall’altra parte del mare,
magari piovendo,
indiscutibile e verticale
come l’acqua taglio di un temporale,
in confusione di vetri frequenti
e di qualche orizzonte vagamente

e se mai tremante fosse il tempo
basterebbe un’ora,
prerogativa di un volo perfetto
e di altre sofferenze

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