si disse che solitudine
è il buio di fronte:
aria la voce
fu silenzio -laggiù in fondo,
dove le ore restarono sui vetri

per poche cose
anche il tempo vacilla,
in quelle mille volte
la luce cantava la sua vita:
lieve all’alba

non c’è strada che si rincorre
per qualcosa che non esiste,
ma ci chiamarono terra:
inchinati, quando aspettammo
la fine

-la pioggia è un gioco di abitudini,
un’impronta, se passando
il peso resta dietro

*abbiate pietà nel leggere: è solo un approccio, per chiedersi chi eravamo, chi gli antenati che ci hanno condotto qui. Tutto è nato dall’ascolto del brano in calce che mi ha fortemente emozionato, sembrava come correre indietro, al grido della terra, al boato dell’aria. E’ una musicalità che adoro, un suono ancestrale che vibra le corde del tempo.