“Il fado, non è né allegro né triste, lo creò l’anima portoghese quando ancora non esisteva e desiderava tutto senza avere la forza di desiderarlo” Fernando Pessoa

Le prime testimonianze di fado sono quelle relative al fado do marinheiro, cantato sulla prua delle imbarcazioni portoghesi che viaggiavano alla conquista di nuove terre, nel periodo massimo dell’espansione portoghese. Intorno al 1840 queste canzoni si spostarono sulla terraferma ed iniziarono a diffondersi per le strade di Lisbona. L’origine marittima del fado, si riflette nel suo ritmo, che riproduce l’andamento della nave sulle onde del mare, e nei suoi temi in quanto il marinaio, contemplando la sua vita precaria, diventa un poeta e inizia a cantare la sua sofferenza.

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I temi del fado vertono tutti intorno ai sentimenti dei marinai, che passano la loro vita in mare, lontani dai loro cari e dalle loro donne, e che, consapevoli che il loro destino è in mano al mare e coscienti della precarietà della loro vita, soffrono esprimendo il loro dolore prima nelle cantigas e poi in musica, nel fado.

José de Almada-Negreiros, pittore e poeta portoghese, definisce il fado una manifestazione popolare di arte nazionale, la rivelazione di un’anima sofferente e circoscritta ad una nostalgia permanente che condiziona l’azione e l’affermazione dell’essere. E aggiunge che la saudade “pregiudica la razza tanto nel suo senso atavico quanto nella decadenza perché consuma e intristisce”.

Nessuna delle canzoni popolari portoghesi riflette, meglio del fado, il temperamento passionale e sognatore del suo popolo, la sventurata sorte degli amanti, gli accenti dolorosi della passione, della gelosia e del rimorso nostalgico. Il fado descrive le circostanze della fortuna incostante, le ironie del destino, i dolori lancinanti dell’amore, le crisi dell’assenza e dell’allontanamento, i profondi singhiozzi della disperazione, la tristezza dolente della saudade, i capricci del cuore. La malinconia è lo sfondo del fado come l’ombra è lo sfondo del cielo stellato.

La parola “fado” deriva dal latino “fatum”, ossia destino, forse proprio perché i testi parlano di saudade, lontananza e separazione. Ancora oggi è incerta l’origine della nascita del Fado, forse nato dalla nostalgia dei navigatori lontani dai cari, dalle canzoni dei trovatori, dai cantici dei Mori o dal canto Lundu degli schiavi brasiliani.

Le prime tracce scritte risalgono al XIX secolo, anche se il Fado di quel tempo era differente da quello dei nostri giorni. Infatti nella prima metà del XX secolo questo genere ha acquisito grande ricchezza melodica e complessità artistica, diventando sempre più letterario e artistico: versi più elaborati e poetici si sostituivano a quelli popolari.

Negli anni 30 e 40, con il progresso e l’arrivo di mezzi di comunicazione come cinema e radio, oltre che il teatro, il Fado diventava sempre più commerciale e popolare. Fu questa l’epoca d’oro del Fado in cui si affermarono grandi artisti. Nacquero mano mano anche le Case di Fado n cui si esibivano fadisti professionali che dovevano avere una licenza per cantare ed uno stile personale.

Di solito un fadista (cantante di Fado) è accompagnato dal suono della chitarra portoghese, della viola, della chitarra classica e del basso portoghese. Tradizionalmente i fadisti indossavano abiti neri. L’atmosfera doveva essere quella di una notte silenziosa, per “anime che sanno ascoltare”, poiché le canzoni parlavano di sentimenti profondi e della vera anima portoghese.

La fadista che rese internazionale il Fado è stata sicuramente Amália Rodrigues, introducendo nuove innovazioni nei testi e armonie più complesse. Amália ebbe una carriera cinquantennale, ma insieme a lei si distinsero altre fadiste come Maria Teresa de Noronha, Lucília do Carmo, Fernanda Maria, Berta Cardoso e Celeste Rodrigues (sorella di Amália). Tra i fadisti, Alfredo Duarte detto O Marceneiro, Fernando Farinha e Carlos do Carmo.

Recentemente esordì la giovane angolana Mariza – in assoluto la mia preferita -, ritenuta l’erede di Amália, forse la fadista attuale con maggior successo mondiale e vincitrice del premio World Music 2003 della BBC Radio. Oltre Mariza, capace di “stracciare” l’anima con una voce e un portamento emozionale/musicale come pochi, sono nate altre nuove interpreti, come Camané, Ana Moura e Cristina Branco, ma tutte utilizzano maggiormente il vecchio repertorio fadista.

In Italia sono per lo più note Dulce Pontes (la sua “ Canção do Mar” fu la colonna sonora del film “Primal Fear” con Richard Gere) e Teresa Salgueiro (cantante dei Madredeus), anche se non classificate come fadiste, pur cantando brani della tradizione del genere.

Teresa Salgueiro è in assoluto quella che preferisco, voce assoluta, presenza scenica oltre le solite “comparsate”, vera poesia e non solo nel canto ma soprattutto nella trasposizione che riesce a dare al brano, immedesimandosi come in una sorta di trance.

Anche grandi poeti hanno contribuito al Fado, scrivendo alcuni testi notevoli. Tra i maggiori, Fernando Pessoa, David Mourão-Ferreira, Luìs Portela, J.L. Godinho, Pedro Homem de Mello.

Il Fado in Portogallo si può ascoltare ovunque, poiché esistono delle vere e proprie Case di Fado in molte città. Le notti in queste case sono magiche: il silenzio domina e a volte scende giù anche qualche lacrima di commozione.

Si dice che il fado è il fado, che viene dall’intimo dell’animo portoghese e che dunque non c’è bisogno di fare delle distinzioni. Ma il Fado in realtà non è tutto uguale, c’è quello nobile, cantato da fadisti nazionali come Mariza, dai temi e i sentimenti più alti, e quello “vazio”, ossia vagabondo, cantato nelle varie case di Fado o per strada da professionisti e non, che cantano anche di storielle popolari, situazioni comiche o erotiche con ironia.

Nel 2011, il Fado come canzone urbana di Lisbona, simbolo dell’identità della città e del paese, è stato classificato Patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO.


Fado e Saudade

“Cantigas de portugueses
São como barcos no mar-
Vão de uma alma para outra
Com riscos de naufragar.”

Canti di portoghesi
Sono come barche nel mare-
Vanno da un’anima all’altra
Col rischio di naufragare.

“A vida è pouco aos bocados.
O amor è vida a sonar.
Olho para ambos os lados
E ninguém me vem falar.”

La vita è brevi frammenti.
L’amore è una vita che si sogna.
Guardo da entrambi i lati
E nessuno viene a parlarmi.

Fernando Pessoa


 

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