ho sentito piangere il silenzio
col fragore dei muri
piegarsi al tocco dell’acqua
nei fossi del volto

ho visto i suoi occhi in preda
incontro agli uomini quando non volle
muovere figli né preghiere

e come pianto fu declino,
limite in cui cercarsi senza immaginarsi
e fu fiume annacquato di posti
costretto in tappe d’occhi e accenti

stazionò in ginocchio
tra forme e piccole imprese,
tra vibrazioni distrattamente brevi
in mostra alla notte

e nemmeno il rumore fu suono
quando tra lattine e sigarette
i pantaloni gustarono
le gambe della solitudine :

la distanza divenne vuoto
e non sarebbe bastato un lamento
per descrivere la fine intorno

anche quando la pietà del mondo
scelse di versare due parole
furono troppe le presenze
a rimpiazzarsi di plastica e confini

spesi, allora, un attimo di quiete
e con l’ultimo biglietto avvicinai
il mio cuore ai detriti