tabacchini e roulotte campano di vetrine
come gli occhi di Maria che non cede,
gli autobus invece vivono scorie di notte
mentre ai marciapiedi nulla è ancora svelato

le corse in groppa ai corpi non mentono
hanno solo la velocità del passato
in distinzioni di luce che prevedono un fuoco
troppo breve per illuminare persiane

così il giradischi s’intrattiene su alcuni passi
come un graffio in bianco e nero,
anni in cui una ventata di capelli
sapeva ancora vestire un volto

la città è il buco della notte, un’andatura rapida
di assenze e altre dimensioni,
una strada sottratta agli alberi, strisce sulle nostre ruote,
gradini per non sentire