Le parole hanno un modo
di percorrersi che sa di rumore.
Che arriva come ingiuria,
per essere dolore.

C’è chi le trova
in soggiorni di tv e giornali
o in racconti d’altri silenzi e luoghi,
in qualche menzogna
che si aggiusta ad essenza
ma temendo la vita.

Al buio di una candela,
nelle misere e inutili finzioni d’inchiostro,
dimenticando che al giorno
s’inginocchia la notte,
che agli occhi nessuna ferita
è degna di voce.

Le parole come il sale
sono quelle di un quotidiano qualunque,
d’indifferenza e senza il valore
per questo viaggio di perle.

Lacrime scordate, fuggite,
perdute nel vento.